Dai documenti si evince che, non essendo ancora la città (inizi sec. XX) dotata di idonee reti idriche e fognarie, l’amministrazione comunale deliberò di risolvere il problema con un unico progetto di risanamento (1902, C. Crispini; dal 1912 P. Magnani).
Tarchna, Corneto, Tarquinia
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Tra le opere realizzate notevoli due abbeveratoi e lavatoi (1902-04): il maggiore – distrutto, a pianta rettangolare con pilastri di pietra e in muratura; il paramento esterno dell’abbeveratoio in peperino – presso il belvedere di S. Antonio; il secondo di dimensioni ridotte – ampliato 1929 – in piazza S. Stefano (vedi punto 10), in origine intonacato a mezzatinta chiara, ha un getto d’acqua – perduta la protome leonina da cui usciva – che cade in una coppa di ghisa al centro di una nicchia, per poi riversarsi nella sottostante vasca dell’abbeveratoio. Distrutto anche il terzo abbeveratoio di via Montana (1909-10).